Primavera a tavola
Primavera – dal sanscrito “vas” – significa “stagione prima dell’estate“. Dal 20 marzo, equinozio di primavera, le temperature aumentano, le giornate si allungano e le piante escono dalla pausa invernale. Per la nostra specie l’evento più importante è l’aumento dell’intensità e della quantità di luce; alla fine di un complesso meccanismo a cascata – che coinvolge l’ipotalamo – aumenta la produzione di serotonina e dopamina da un lato, di ormoni tiroidei e anabolizzanti dall’altro. L’ipotalamo, inoltre, riduce la produzione di melatonina, ormone regolante il sonno, con la conseguente tendenza a svegliarci prima. Come assecondare tutti questi importanti cambiamenti fisiologici? Da un lato bisogna aumentare l’attività fisica, per sfruttare l’attivazione metabolica, dall’altro è bene scegliere verdure, frutta e legumi stagionali per adattare il nostro organismo alla nuova stagione. Tra le verdure primaverili spiccano verdure a foglia adatte alla preparazione di gustose insalate miste; tra indivia, songino, lattuga romana e riccia, radicchi rossi, insalatine primaverili e spinaci non c’è che l’imbarazzo della scelta; l’ideale è condire il tutto con olio extravergine e limone, aggiungendo un po’ di proteine, magari 30 g di noci o mandorle; ottime le frittate – in questo periodo le galline fanno uova in gran quantità – con asparagi, cipolle bianche, porri e cipollotti, erbette; primavera è anche la stagione di bietole, cicoria da taglio, cime di rapa e, per il nostro territorio, carciofi, eccellenza gastronomica e prodotto salutare per la diuresi e il fegato. Molto importanti anche i legumi primaverili: i primi piselli, teneri e dolci racchiusi nei loro baccelli; i fagiolini, di cui diversamente dagli altri legumi, non mangiamo i semi ma l’intero baccello e, per questo, hanno pochissime calorie; due significativi piatti regionali sono legati a questi due legumi: il veneto “risi e bisi” e il vero pesto genovese, con fagiolini, patate, basilico e trenette; per il Lazio e il Sud in genere i legumi primaverili sono soprattutto le fave; ideali per zuppe, minestre e passati; da sole o accompagnate ad altre verdure, sono buonissime anche crude, con pecorino, pane e salame; alimenti poveri per eccellenza le fave sono state riscoperte dal grande interesse per la dieta mediterranea e per i piatti semplici della tradizione, come l’ottimo purea di fave e cicoria pugliese (nella foto); le fave sono ricche di ferro, potassio, magnesio, rame, selenio, fibre e vitamina C; con la cottura, però, la maggior parte delle vitamine e dei sali minerali viene perduta; poche le calorie del prodotto crudo, circa 50 per 100 g; molte di più nell’alimento secco: circa 340 Kcal con ben 26 g di proteine. Parlare di frutta primaverile significa parlare di fragole e ciliegie. Ricche di vitamina C, le fragole hanno proprietà diuretiche, depurative e disintossicanti; lo xilitolo, presente nel frutto previene la formazione della placca dentale e uccide i germi responsabili di un alito cattivo; naturalmente, è meglio consumare fragole provenienti da agricoltura biologica. Le ciliegie sono ricche di vitamina C e flavonoidi, sono dunque una buona fonte di antiossidanti; molto utili anche le loro fibre di tipo solubile per la stipsi. Un aspetto poco conosciuto di fragole e ciliegie è il loro buon contenuto di melatonina. Dato che a partire dal 20 marzo – equinozio di primavera – le giornate si stanno sempre più allungando, con conseguente calo di melatonina, ciliegie e fragole – insieme ad altri vegetali – possono aiutare a dormire meglio. In tutte le stagioni – Primavera compresa – è bene che una buona quota di proteine provenga dal pesce di mare, per le proprietà protettive dei suoi grassi. Il consiglio è quello di mangiare i pesci del Mediterraneo e seguire la stagionalità del pesce, evitando sia i pesci che si stanno riproducendo sia di farne viaggiare altri, in aereo o su strada, per migliaia di chilometri. Cosa significa? Pesce fresco più buono sulle nostre tavole, un pesce fresco che non ha perso sapore e proprietà durante lo spostamento. Pescato primaverile, allora, vuol dire comprare e cucinare alici, cefali, naselli, occhiate, pagelli rombi, saraghi, sardine, sgombri, seppie e totani. Per completare i menù giornalieri primaverili ricordiamoci dei cereali di buona qualità, di qualche porzione di carne (da allevamenti non intensivi) e formaggio fresco o stagionato e – ogni tanto – di qualche dolce fatto in casa. (5-2015)
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Nutrizionista Dott. Daniele Segnini
Sono laureato in Scienze biologiche (110/110 e lode) all’università La Sapienza di Roma e sono iscritto all’Ordine Nazionale dei Biologi (n. 050515). Faccio parte dell’Associazione Biologi Nutrizionisti Italiani (ABNI), di Slow Food e dell’Associazione di Medicina e Sanità Sistemica (ASSIMSS); dal 2007 scrivo un blog di divulgazione scientifica su alimentazione, antropologia, biologia, dipendenze, ecologia, invecchiamento, salute, sessualità e sport (www.danielesegnini.it) Sono allenatore FIPAV di pallavolo e faccio parte dell’Albo d’oro dei Nutrizionisti Italiani.
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