Natale e cibo spazzatura
A Natale il consumo del cibo-spazzatura dei supermercati subisce un consistente aumento. Eppure da anni sappiamo che tutte le popolazioni che hanno lasciato l’alimentazione tradizionale per adottare abitudini occidentali hanno oggi le 4 malattie dell’Occidente: obesità, diabete, disturbi cardiovascolari e tumori. Seguendo il modello alimentare degli USA, oggi nei supermercati europei ed italiani si trovano migliaia di sostanze commestibili, che “imitano” i cibi, ma in realtà ci allontanano da quell’alimentazione tradizionale che ci ha sempre protetto dalle malattie, senza bisogno di specialisti, integratori e prodotti salutari. Lo statunitense Michael Pollan sottolinea che la maggior parte delle raccomandazioni sulla nutrizione degli ultimi 50 anni – sostituire i grassi con i carboidrati, ad esempio – ha peggiorato la salute della parte occidentale del pianeta e ha creato una pandemia di obesità e diabete. Abbiamo tutti davanti agli occhi il paradosso degli Stati Uniti: la nazione con la massima preoccupazione per il cibo ha anche la massima frequenza di problemi di salute legati all’alimentazione. La domanda è: come siamo arrivati a questa situazione? Una parte delle pubblicazioni scientifiche, legate all’industria alimentare e a quella farmaceutica, ci ha fatto credere che ciò che importa non sarebbero i cibi, ma i nutrienti. I risultati di questo modo di vedere le cose sono sotto gli occhi di tutti; in realtà, ciò che importa non sono i nutrienti, ma i cibi, la loro storia e il modo in cui sono preparati e trasformati; inoltre, da sempre si mangia per piacere, per stare insieme agli altri, per esprimere la nostra identità, non per curarsi. Per Pollan, pertanto, i consigli seri in campo alimentare sono, soprattutto, tre: mangiare “cibo vero“ – che in genere non si trova nei supermercati – mangiare con moderazione e mangiare soprattutto vegetali. Sul primo punto è ormai accertato che i cibi confezionati possono creare vere e proprie dipendenze; gli alimenti naturali contengono – in varie proporzioni – proteine, grassi, carboidrati, fibre e acqua; molti prodotti confezionati, invece, hanno alte concentrazioni di grassi, sale e zuccheri raffinati, e sono carenti di vitamine e sali minerali. Con queste modifiche industriali si modifica anche il modo in cui il nostro organismo li digerisce e li assimila; tutto il cosiddetto “cibo spazzatura” (junk-food, come patatine, popcorn, merendine, snack e simili) è studiato per farci provare il continuo desiderio di quel tipo cibo e, a lungo andare, può portarci a una vera e propria dipendenza. Un altro problema di molti cibi confezionati sono alcuni degli additivi utilizzati dall’industria alimentare: glutammato di sodio, sciroppo di glucosio-fruttosio (derivato dal mais) e dolcificanti artificiali in particolare possono portare all’obesità; anche l’altra grande epidemia dei nostri giorni – il diabete di tipo 2 – è in qualche modo collegata alla diffusione dei cibi industriali: gli zuccheri raffinati presenti nei cereali per la colazione e nelle merendine fanno alzare rapidamente la glicemia; nel lungo periodo il loro consumo può provocare scompensi nella produzione dell’insulina, fino all’insulino-resistenza. I grassi, il sale e gli zuccheri sono sovrabbondanti in molti prodotti confezionati perché possono mascherare l’assenza di sapore dell’alimento, fatto in genere con ingredienti scadenti; il risultato: cibi dal costo contenuto, ma ipercalorici e con poco nutrimento. L’ultimo aspetto da considerare nel planetario successo dei prodotti confezionati è la loro effettiva comodità e praticità: sono alimenti che si preparano e si consumano con grande rapidità, un grande vantaggio quando andiamo di fretta. Il problema è che quando facciamo un pasto di corsa o davanti ad uno schermo che ci distrae, non assaporiamo il cibo né percepiamo correttamente i segnali di sazietà che il nostro organismo ci invia. In questo periodo prossimo alle feste natalizie i supermercati sono da tempo colmi di offerte invitanti; il consiglio è quello di preferire i cibi locali e gli alimenti che abbiano una storia – tozzetti e mostaccioli nel nostro caso – e fare qualche passeggiata in più per smaltire l’inevitabile eccesso di calorie dei pasti festivi. (12-2013)
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Nutrizionista Dott. Daniele Segnini
Sono laureato in Scienze biologiche (110/110 e lode) all’università La Sapienza di Roma e sono iscritto all’Ordine Nazionale dei Biologi (n. 050515). Faccio parte dell’Associazione Biologi Nutrizionisti Italiani (ABNI), di Slow Food e dell’Associazione di Medicina e Sanità Sistemica (ASSIMSS); dal 2007 scrivo un blog di divulgazione scientifica su alimentazione, antropologia, biologia, dipendenze, ecologia, invecchiamento, salute, sessualità e sport (www.danielesegnini.it) Sono allenatore FIPAV di pallavolo e faccio parte dell’Albo d’oro dei Nutrizionisti Italiani.
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