Fertilità e dieta. Negli anni 50 un uomo aveva mediamente il doppio degli spermatozoi di oggi. Venti anni fa l’infertilità riguardava una coppia su 14, mentre oggi fare figli è un problema per circa una coppia su sette (15%). Per questi motivi sono sempre di più le coppie che si rivolgano ai centri specializzati dove scoprono che il problema dell’infertilità è equamente suddiviso: nel 40% dei casi riguarda le donne, in un altro 40% riguarda gli uomini, nel restante 20% dei casi entrambi. Che cosa si può fare, allora? Escludendo patologie organiche specifiche – come endometriosi per le donne e varicocele per i maschi – e l’inquinamento ambientale (ad esempio da bisfenoli) gli stili di vita di chi vuole fare figli sono molto importanti e riguardano 4 aspetti principali: uso di alcol, tabacco e droghe; attività fisica; peso corporeo; alimentazione. Per il primo aspetto, ricordiamo che il fumo da solo riduce del 20% gli spermatozoi, mentre l’abuso di alcol concorre all’infertilità di entrambi i sessi; anche la sedentarietà dà il suo contributo ai problemi di concepimento come forte sovrappeso e obesità.

Per l’alimentazione molti studi – anche recenti – hanno mostrato la capacità della dieta mediterranea nel ridurre i difetti congeniti dei nascituri, migliorare la fecondazione assistita e diminuire i disturbi dell’ovulazione. Vediamo gli aspetti principali di una possibile dieta per la fertilità di coppia. Almeno il 55% delle calorie giornaliere deve provenire da carboidrati di buona qualità, ovvero da pasta, riso e pane integrale, limitando fortemente gli zuccheri raffinati e aggiunti (massimo 5%) che stimolano molto la produzione di insulina e gli aumenti rapidi di glicemia, due meccanismi che possono interferire con la riproduzione. Le proteine dovrebbero fornire il 15% delle calorie, con equilibrio tra proteine animali e vegetali; si tratta semplicemente di mangiare tutti gli alimenti proteici, in particolare i legumi, fonti di proteine vegetali e di zinco, utile al concepimento e alla salute degli ovuli; nella dieta della fertilità è fondamentale il pescato per l’apporto di zinco e per gli omega-3, utili alle gonadi e allo sviluppo del feto; importanti anche carni magre e uova di qualità, come fonti di proteine, zinco e ferro. Chi vuole concepire figli ha bisogno, inoltre, di un 25-30% di energia proveniente dai grassi, con la raccomandazione di limitare (al 10%) i grassi saturi, e di evitare i grassi idrogenati trans; traducendo in alimenti: a tavola sempre olio extravergine di oliva per condire e niente oli di frittura, snack salati e simili. Il sale non va tolto, ma ridotto; importantissime le fibre, almeno 25 grammi al giorno da verdure e frutta di stagione (con la buccia, se biologica).

Infine, servono due importanti vitamine del gruppo B. La prima è la vitamina B 6 (piridossina), importante per ridurre nausea e vomito dei primi mesi di gravidanza e per diminuire il rischio di aborti; difficile averne carenza con una dieta varia, dato che si trova in pesce e carne, uova e latte, cereali e vegetali. L’altra vitamina fondamentale per le donne in gravidanza è l’acido folico (vitamina B 9), in grado di ridurre il rischio di spina bifida, difetti cardiaci fetali, labbro leporino (labio-schisi), autismo e alcuni tumori infantili. Per questo motivo nei LARN 2014 viene proposta una prevenzione primaria a tutte le donne in età fertile: 400 mg al giorno di acido folico – l’unico integratore davvero utile – e una dieta ricca di agrumi e kiwi, bieta e spinaci, crucifere e legumi, tutti ottime fonti di acido folico. (4-2019)