Farmaci dimagranti: orlistat e sibutramina. La corposa mole di farmaci dimagranti del passato era basata soprattutto sull’effetto anoressizzante delle amfetamine. Una volta compresi gli elevati rischi e l’inefficacia nel loro uso prolungato, le amfetamine sono state marginalizzate, per lasciare spazio ad altre molecole. Attualmente i farmaci autorizzati per il trattamento dell’obesità sono solo due – orlistat e sibutramina – con una folta schiera di molecole in fase di sperimentazione.

L’orlistat – nome commerciale Xenical – è un derivato della lipostatina (tetra-idro-lipostatina) che agisce riducendo l’assorbimento dei grassi nel tratto gastroenterico; nello specifico la molecola blocca l’enzima del pancreas chiamato lipasi pancreatica, ostacolando la scissione e l’utilizzo dei grassi per formare depositi di trigliceridi. Una parte dei grassi alimentari introdotti con l’alimentazione passano, quindi, indigeriti nell’intestino e sono responsabili degli importanti effetti collaterali del farmaco: dolori addominali, flatulenza, incontinenza fecale; l’altro punto critico di Orlistat è il fatto che riduce l’assorbimento delle 4 importanti vitamine liposolubili (A, D, E, K).

La sibutramina (nomi commerciali Reductil, Ectiva) ha una storia interessante: negli anni ’80 l’industria farmaceutica sperava di farne un antidepressivo, poiché agisce aumentando le concentrazioni dei neurotrasmettitori cerebrali, noradrenalina e serotonina; il senso di sazietà, legato a questo meccanismo, ha determinato il suo cambio d’uso: da antidepressivo a farmaco dimagrante ad azione centrale (cioè, sul cervello). A causa di due morti sospette, il farmaco per un periodo è stato sospeso dal mercato: oggi la prescrizione la può fare anche il medico di famiglia; la somministrazione di sibutramina è, però, sconsigliata nei soggetti con problemi legati a ipertensione arteriosa, malattia coronarica, scompenso cardiaco, aritmie e ictus.

Molte molecole aspirano a fare compagnia a Orlistat e sibutramina. Fino a qualche anno fa molte speranze dell’industria farmaceutica erano riposte nel topiramato, un altro farmaco che potrebbe cambiare destinazione d’uso; il topiramato, infatti, è nato come antiepilettico, ma si stanno tentando degli aggiustamenti per ridurne gli effetti collaterali e passarlo al settore farmaci dimagranti. L’altra grande scommessa della farmacologia si chiama rimonabant, una molecola che potrebbe essere in futuro commercializzata sia come aiuto per l’obesità sia nella lotta alla dipendenza da tabacco, dato che agisce nel cervello sui centri che regolano sia l’eccessiva assunzione di cibo sia l’utilizzo di sigarette (i cosiddetti recettori degli endocannabinoidi, responsabili del senso di gratificazione fornito dal fumo e dai cibi appetitosi).
Concludiamo questa breve e incompleta rassegna sui farmaci anti-obesità con alcuni interrogativi, non specifici su questo o quel farmaco, ma sull’idea che muove la ricerca di molecole di questo tipo. Qualcuno pensa davvero che farmaci come orlistat e sibutramina, o nuove molecole in futuro, possano essere la soluzione, o una delle soluzioni, alla pandemia di sovrappeso e obesità che tutti vediamo? E’ questo il messaggio che va mandato a quel 30% di giovani europei obesi, obesi nel 99% dei casi esclusivamente per quanto poco si muovono rispetto a quanto mangiano? Servirà a qualcosa – oltre a dare immensi guadagni alle aziende che lo commercializzeranno – avere farmaci che, comunque, per gli inevitabili effetti collaterali non potranno essere preso per tutta la vita? (2008)