Diete senza glutine
Diete senza glutine, l’ultima tendenza del variopinto universo delle diete alla moda. Gwyneth Paltrow, Victoria Beckham, Kim Kardashian e Lady Gaga, milionarie star dello spettacolo, sono tutte fautrici della dieta senza glutine, e nessuna di loro è celiaca. Il loro esempio è stato contagioso ed oggi circa il 10% dei cittadini europei segue una dieta totalmente, parzialmente o occasionalmente senza glutine (in inglese gluten-free) senza averne bisogno. Un’alimentazione priva di glutine è, invece, indispensabile a quei circa 200.00 italiani con la diagnosi di celiachia, condizione cronica in cui l’alimentazione è l’unica terapia disponibile; altri 400.000 italiani probabilmente nel corso della loro vita scopriranno di essere celiaci, arrivando così ad un totale di 600.00 persone, ossia l’1% della popolazione. Ma che pensare degli altri milioni di italiani che in questi anni, in numero sempre crescente, hanno intrapreso una dieta gluten-free senza una diagnosi di celiachia? Molti di loro sono convinti di essere intolleranti al glutine, altri ritengono invece che il proprio regime alimentare diventi più salutare eliminando cibi con glutine, altri infine pensano che mangiare senza glutine faccia anche perdere peso. Vediamo i dati oggi disponibili per ognuna di queste tre situazioni.
Uno studio pubblicato dal Medical Journal of Australia ha preso in esame persone che sostenevano di avere problemi di salute legati all’assunzione di glutine (dolori addominali e gonfiore di stomaco, nausea, mal di testa, riniti allergiche, depressione e altro). Al termine di una serie di esperimenti in cui si somministrava glutine o placebo, senza farlo sapere ai partecipanti, solo un ristretto numero di persone (1 su 6) ha potuto mettere in relazione i sintomi dell’intolleranza all’effettiva assunzione di glutine. Per gli altri i sintomi erano legati alla consapevolezza di ciò che mangiavano.
Un altro studio, pubblicato sul British Medical Journal, ha riguardato quasi 100.000 uomini e donne in un arco di tempo di 26 anni. Dalla laboriosa indagine è emerso che il consumo di glutine non è in alcun modo associato a un aumento del rischio per le malattie cardiovascolari, mentre sembra esserlo il consumo di alimenti senza glutine, probabilmente per la riduzione in questi alimenti delle fibre, efficaci agenti di prevenzione cardiovascolare.
Il terzo studio, presentato al congresso della European Society for Pediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition, ha messo a confronto oltre 650 diversi cibi senza glutine con altrettanti prodotti normali, appartenenti a categorie come pasta, biscotti, pane, cereali per la colazione e piatti pronti. Dall’analisi dei due gruppi si è visto che il pane senza glutine – alimento di consumo quotidiano – ha in media il doppio dei grassi rispetto a quello tradizionale. Discorso analogo per biscotti e altri prodotti da forno: più grassi, meno proteine e meno fibre, con possibili rischio di sovrappeso e diabete (per l’elevato indice glicemico). In caso di celiachia si tratta di rischi accettabili e facilmente compensabili – ad esempio, con l’aumento del consumo di vegetali – ma senza una diagnosi precisa il ricorso a cibi senza glutine non apporta alcun beneficio, non fa assolutamente perdere peso e anzi potrebbe predisporre ad alcune malattie. L’ultimo aspetto da non trascurare è che mangiare senza glutine è carissimo, dato che i prodotti specifici sono 17 volte più costosi di quelli tradizionali, senza apportare alcun beneficio dimostrabile. In conclusione, l’adozione di una dieta priva di glutine nei non celiaci è una moda costosa e inutile, da sconsigliare a chiunque non ne abbia una reale necessità. (1-2018)
Tags In
Nutrizionista Dott. Daniele Segnini
Sono laureato in Scienze biologiche (110/110 e lode) all’università La Sapienza di Roma e sono iscritto all’Ordine Nazionale dei Biologi (n. 050515). Faccio parte dell’Associazione Biologi Nutrizionisti Italiani (ABNI), di Slow Food e dell’Associazione di Medicina e Sanità Sistemica (ASSIMSS); dal 2007 scrivo un blog di divulgazione scientifica su alimentazione, antropologia, biologia, dipendenze, ecologia, invecchiamento, salute, sessualità e sport (www.danielesegnini.it) Sono allenatore FIPAV di pallavolo e faccio parte dell’Albo d’oro dei Nutrizionisti Italiani.
Categorie
- Alimentazione e salute (37)
- Alimentazione e società (12)
- Diete e alimenti (34)
- Interviste e approfondimenti (14)