Cioccolato e cacao sono spesso argomento di discussione e polemica per il loro ruolo all’interno nell’alimentazione. Quando parliamo di cacao ci riferiamo alla Theobroma cacao, una pianta della famiglia delle Malvacee, alta da 5 a 10 metri, originaria del Sud America. Dai frutti di questa pianta si ricavano dei semi ricchi di zuccheri, grassi e sostanze alcaloidi. Una volta raccolti, i semi di cacao vengono messi a fermentare per 5-6 giorni, poi ad essiccare per 1 o 2 settimane; infine, vengono tostati a temperature tra i 100 e i 120°; alla fine della tostatura (o torrefazione) con altri procedimenti meccanici si ottengono il burro di cacao (la parte più grassa) e la polvere di cacao. Il cioccolato che tutti conosciamo è l’alimento che deve contenere almeno il 35% di cacao; per il cioccolato al latte il contenuto minimo scende al 25%, mentre per il cioccolato fondente si sale al 45%.

Con la pandemia mondiale di sovrappeso e obesità il cioccolato è finito spesso nel banco degli accusati, a causa del suo consistente apporto energetico: dalle circa 500 Calorie per 100 grammi di prodotto fondente alle quasi 550 per le varietà al latte. Eppure, al netto dell’indubbio elevato apporto calorico, negli ultimi anni la ricerca scientifica ha dimostrato che quantità moderate di cioccolato fondente possono dare qualche beneficio al nostro stato di salute. In particolare, gli aspetti positivi riguardano l’apparato cardiovascolare e il sistema nervoso. Il cioccolato fondente, infatti, contiene elevate quantità di flavonoidi, antiossidanti appartenenti alla famiglia dei polifenoli che riducono il colesterolo e proteggono dall’aterosclerosi. Il cioccolato, inoltre, stimola il rilascio di endorfine e serotonina, molecole collegate al miglioramento del tono dell’umore. Attenzione solo nel caso in cui si soffra di emicranie ricorrenti, dato che la tiramina del cioccolato peggiora il quadro clinico.

Il cioccolato, fondente o di altro tipo, dunque, rientra in quella vasta gamma di prodotti che hanno un’azione positiva o negativa in base alla quantità che ne utilizziamo e, soprattutto, in base al contesto in cui vengono consumati. Per sfruttarne gli effetti benefici su cuore e mente possiamo attenerci a tre indicazioni. Innanzitutto, limitiamone le porzioni, uno o due quadretti al massimo, e la frequenza di consumo. Secondo, cerchiamo di scegliere il più possibile prodotti di qualità, come fondente o gianduia. Infine, utilizziamo questo “cibo degli dei”- così lo chiamavano gli antichi Maya – all’interno di una vita ricca di attività fisica e sport. (nella foto: Donna che beve cioccolato, anonimo del ‘700) (1-2016)