Le amfetamine sono sostanze psicoattive – droghe, per capirci – che agiscono sull’attività dei neurotrasmettitori; i neurotrasmettitori – come dopamina, serotonina e noradrenalina – sono molecole che favoriscono la comunicazione degli impulsi tra le cellule nervose. Le amfetamine diminuiscono le sensazioni di stanchezza, fame e sonno, aumentano la capacità di concentrarsi. Come contropartita danno assuefazione e dipendenza e – se usate in modo prolungato – possono provocare danni biologici a organi sottoposti a eccessivo sollecitamento (in particolare il cuore).

Le più importanti amfetamine impiegate come farmaci dimagranti sono fenmetrazina, fenfluramina e fentermina (o phentermina); negli anni ’90 negli Stati Uniti era popolarissimo il miracoloso phen-fen, abbreviazione di phentermina + fenfluramina: si trattava due amfetamine note da molti anni, ma con la novità della loro associazione in un unico cocktail anoressizzante. Fendimetrazina, efedrina, efedra e dex-fenfluramina sono, invece, molecole farmacologicamente simili alle amfetamine; riducono la fame stimolando il rilascio di neurotrasmettitori dall‘ipotalamo, riducendo la secrezione gastrica e aumentando il consumo energetico: dovrebbero essere usate sotto stretto controllo e per non più di tre mesi. Il bi-tartarato di fen-dimetrazina è sicuramente più conosciuto con il suo nome commerciale di Plegine: in Italia è stato ritirato dal commercio da diversi anni, a causa dell’uso smodato, ingiustificato e improprio; attualmente la prescrizione può farla solo il medico specialista che si occupa di obesità, come prodotto galenico, e solo per brevi cicli di terapia. La perdita di peso con l’aiuto di fendimetrazina si ha solo nei primi mesi di trattamento, dopo questo periodo l’organismo si adatta e si stabilizza il peso. Un altro farmaco ritirato dal commercio per la sua pericolosità è l’Isomeride, nome commerciale della dex-fenfluramina. Anche fenfluramina e dexfenfluramina sono state tolte dal commercio – negli Stati Uniti –  dove rimane libera la prescrizione di fentermina (nella foto) , ritenuta meno pericolosa degli altri farmaci a base di amfetamine, considerando che il rischio di anomalie alle valvole cardiache presente in tutti questi farmaci va dal 10% al 30%. Senza entrare nel merito dei singoli farmaci, appare evidente che si tratta di prodotti vecchi, come concezione, pericolosi e, soprattutto, piuttosto, inutili: se si usano per poco tempo danno gli stessi risultati  facilmente ottenibili con un po’ di attività fisica; quando se ne interrompe l’uso – per evitare i pericolosi effetti collaterali dell’uso prolungato –  l’effetto scompare, si rimane con le stesse abitudini di prima e si riprende – se va bene – lo stesso peso, con maggior massa grassa.

P.S. Una drammatica storia legata all’uso di amfetamine si trova nel libro Requiem for a dream (1978) di Hubert Salby; la protagonista – una casalinga vedova che vuole dimagrire per andare in tv – diventa dipendente dalle amfetamine che le prescrive a sua insaputa il medico e finisce in un ospedale psichiatrico; dal libro è stato tratto – nel 2000-  il film del regista Darren Aronofsky. (2008) (segue)