L’allattamento al seno è uno degli strumenti più efficaci per migliorare la salute dei bambini e delle madri. Promuovere l’allattamento al seno in modo esclusivo fino al sesto mese è, pertanto, una raccomandazione che l’OMS ribadisce continuamente. Al contrario esiste un Codice internazionale che proibisce di promuovere i sostituti del latte materno o di rappresentare in modo idealizzato l’allattamento con biberon. A parte alcune condizioni patologiche piuttosto rare (fenilchetonuria, galattosemia, infezioni da HIV, Herpes localizzato nei capezzoli) le mamme dovrebbero sempre fornire ai loro piccoli un alimento praticamente perfetto come il latte materno.

I bambini allattati, infatti, ricevono un cibo salutare ed economico, perfettamente digeribile e sempre pronto all’uso; un cibo unico, perché nei primi 6 mesi al bambino non serve altro, nemmeno l’acqua; il latte materno garantisce una crescita adeguata, proteggendo il bambino da allergie, diabete e altre malattie della vita adulta. Per la mamma i vantaggi sono legati al ripristino della forma fisica – con la perdita dei chili di troppo acquisiti in gravidanza – e alla protezione che si ottiene con 3 mesi di allattamento dai tumori di mammella e ovaio. Quanto devono mangiare in più le madri che allattano? Secondo gli ultimi LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti) quando si allatta servono circa 700 Cal in più al giorno; poiché circa 200 Cal vengono in media fornite dai depositi di tessuto adiposo accumulati in gravidanza, il fabbisogno effettivo è di circa 500 Cal. Per soddisfarlo basta aggiungere degli spuntini di cibi sani: noci, mandorle e altra frutta secca, con il suo loro elevato valore in nutrienti ed energia, si prestano benissimo.

Per quanto riguarda la qualità dell’alimentazione della mamma che allatta oggi si tende a evitare qualsiasi limitazione, compresi cibi dai sapori un po’ forti come aglio e cipolla, cavolfiore e broccoli, spezie e cibi piccanti. Il menù materno effettivamente condiziona il sapore del latte, ma l’allattamento viene giustamente considerato una prosecuzione della fase prenatale nella quale è normale l’ingestione del liquido amniotico: se la mamma mangia in gravidanza e durante l’allattamento cibi dal sapore forte, questi alimenti saranno accettati più facilmente dal bambino. Quindi via libera a tutti gli alimenti, prestando attenzione, però, al caffè e alle bevande contenenti caffeina, da consumare con moderazione.

Discorso molto diverso per l’alcol, che è in grado di passare dal sangue della madre al latte. Se non si riesce ad evitare il consumo di alcolici, è importante non bere vino o birra a ridosso delle poppate, lasciando almeno due ore di intervallo prima di riattaccare il bambino al seno. Un’ultima osservazione riguarda la composizione del latte materno che non è stabile, ma si modifica per rispondere meglio alle esigenze del bambino. Nelle poppate della mattina il latte materno contiene una percentuale maggiore di grassi, che diminuisce nel corso della giornata; anche le singole poppate presentano una diversa composizione in nutrienti: all’inizio il latte è più diluito, con meno grassi e proteine, che aumentano verso la fine della poppata, favorendo il senso di sazietà del bambino. Concludiamo ricordando che dal punto di vista biologico l’allattamento materno è tra le poche capacità innate della nostra specie. Tutti i bambini sanno già attaccarsi al seno senza alcun apprendimento, perché l’evoluzione ha scelto l’allattamento al seno come meccanismo fondamentale di sopravvivenza della nostra e di tutte le specie di vertebrati che possiedono ghiandole mammari. Questo è il motivo per cui ci chiamiamo tutti mammiferi. (nella foto Maternità di Gino Severini, 1916) (3-2016)